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Modelli Etico-Valoriali Per La Prevenzione Del Bullismo E Cyberbullismo – UNA CORRESPONSABILITA' EDUCATIVA TRA SCUOLA FAMIGLIA ISTITUZIONI, AUTORI: Maurizio Colangelo e Rosj Guido
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COD: 9788830626478Categorie: Saggistica, Tutto il catalogoTag: Nuove Voci - I Saggi
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“Il “bullo” non è un criminale, ma è un nostro figlio, nipote, vicino. E, tuttavia, lo stesso figlio, nipote o vicino “bullo lo (può) diventa(re) nella misura in cui soffre le regole che la nostra società pretende e che tuttavia nelle quali egli non si riconosce poiché non si identifica nei valori che la nostra civiltà esprime. E qui entra in gioco il nostro intero sistema valoriale: vi è un’incapacità della famiglia, della scuola, del nostro contesto di vita a trasmettere determinati insegnamenti ai nostri figli?…”
Prefazione dell’Avv. Prof. Ersi Bozheku, Professore Associato di Diritto Penale – Università degli Studi e-Campus (sede di Roma) Docente di Diritto Penale al Collegio di Dottorato di Ricerca in Diritto Pubblico – “Sapienza” Università di Roma
I proventi DEL LIBRO saranno devoluti dall'autore Maurizio Colangelo alla fondazione ITALIA -UGANDA per aiutare i bambini poveri a nutrirsi e per la loro scolarizzazione
La prevenzione del Bullismo e Cyberbullismo nel libro del magistrato onorario Maurizio Colangelo e della psicologa Rosj Guido
November 19, 2020
<<Il “bullo” non è un criminale, ma è un nostro figlio, nipote, vicino. E, tuttavia, lo stesso figlio, nipote o vicino “bullo lo (può) diventa(re) nella misura in cui soffre le regole che la nostra società pretende e che tuttavia nelle quali egli non si riconosce poiché non si identifica nei valori che la nostra civiltà esprime. E qui entra in gioco il nostro intero sistema valoriale: vi è un’incapacità della famiglia, della scuola, del nostro contesto di vita a trasmettere determinati insegnamenti ai nostri figli?…”>>. Questa la sinossi del libro da poco dato alle stampe dal gruppo Albatros Il Filo, scritto da Maurizio Colangelo e Rosj Guido.
Una novità editoriale che trova come protagonisti proprio la Psicologa e Psicoterapeuta che cura per Castelli Notizie la rubrica “Spunti di Psicologia” La dottoressa Rosj Guido lavora anche nel CTU del Tribunale di Velletri e come Perito della Procura della Repubblica di Velletri; è Psicotraumatologa e Mediatore familiare, docente a contratto master di I livello in “VIOLENZA INTERPERSONALE: BULLISMO – MOBBING – STALKING” nell’Università telematica PEGASO. Un libro scritto insieme all’avvocato civilista Maurizio Colangelo, specializzato in diritto comunitario e internazionale. Magistrato onorario presso il Tribunale di Velletri, già Sostituto Procuratore Onorario presso la Procura di Roma e vicePretore onorario, Docente a contratto master di I livello in “VIOLENZA INTERPERSONALE: BULLISMO – MOBBING – STALKING” – Università telematica PEGASO.
Il libro, che è disponibile nelle migliori librerie, da Mondadori a Feltrinelli, passando per la Libreria Universitaria, tratta i Modelli etico-valoriali per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo, con una corresponsabilità educativa tra Scuola, Famiglia e Istituzioni.
“Nella realtà poliedrica e complessa dell’Italia post-industriale – evidenziano i due – il volume edito da Gruppo Albratros e distribuito in 4mila punti vendita tramite messaggerie spa, Feltrinelli e Mondadori, oltre che in versione ebook, delinea percorsi di riflessioni e nuove “tecniche di indagini” sui vari significati che oggi siamo indotti ad attribuire alla parola “educazione” e sulle modalità di “relazioni educative e comportamentali” che si intendono stabilire perché i ragazzi siano motivati e coinvolti. Non solo nella costruzione della conoscenza, ma soprattutto aiutati a prendere consapevolezza di quanto accade dentro di sé e intorno a sé, educati al rispetto e al valore dell’altro, della sua persona e della sua dignità e resi infine edotti sulla pervasività e invasività dei nuovi strumenti mediatici”.
“In un tempo qual è quello che viviamo – per dirla con le parole di Maurizio Colangelo e Rosj Guido – in cui l’individuo più che soggetto è oggetto, le dinamiche che guidano il nostro agire e danno significati ai nostri atteggiamenti, non possono non costituire oggetto di valutazione. Non può esistere crescita senza un’etica che diriga l’agire umano, poiché lo sviluppo è un’azione concertata di idealità e solidarietà che comprende aspetti politici, sociali e culturali. Se tale condotta non viene orientata da contenuti e obiettivi etici, produce conseguenze devastanti sull’intera collettività”.
Non può quindi suscitare stupore una società degradata, frustrata, senza più anima che, in piena decadenza educativa e morale – dove l’obiettivo è primeggiare sempre e dovunque e che per questo è patologica – si rispecchi in una popolazione di ragazzi e giovani aggressivi, arroganti e maleducati. Il risultato che ne consegue è un appiattimento e un’omologazione dei comportamenti e degli stili di vita che impediscono di comprendere il vero significato dell’esistenza dell’uomo: altruismo, generosità, empatia e prosocialità.
Il propagarsi di un permissivismo basato sulla ricerca a ogni costo del soddisfacimento personale ha comportato una minimizzazione della dimensione etica, con effetti deleteri sullo sviluppo della società e della persona. E i giovani, proprio per le loro caratteristiche, riflettono acutamente le trasformazioni e i cambiamenti in atto come “spie” di allarme: la società è in crisi e i giovani vivono questa crisi, la subiscono e cercano di difendersi in qualsiasi modo.
Tali approcci, se non ostacolati per tempo, portano i giovani a vivere altre e più gravi forme di disordine collettivo e disagio individuale. Il bullismo è, per definizione, una forma di prepotenza di gruppo: c’è il bullo, la vittima e chi, per evitare di essere vittima, si unisce al branco, o chi per paura, in passività, non denuncia e dunque favorisce comunque il bullo”.
Viene a questo punto spontaneo chiedere ai due autori quale possa essere il ruolo della società.
“A questo naufragio morale, etico, educativo, la società tutta è chiamata a impegnarsi verso la direzione di un progetto di umanità o meglio di una umanità nuova, rinnovata, più compiuta, più all’altezza del momento storico in cui viviamo, entrando in una dinamica di dedizione all’essere e non esclusivamente all’avere.
Il venir meno di questi valori, nell’idea che nessuno è responsabile delle proprie azioni e dove il concetto stesso di responsabilità è stato volutamente svuotato, fa sì che ogni individuo corra il rischio di trasferire questi atteggiamenti nel proprio comportamento, arrivando a perdere ogni senso del rispetto, di sé e degli altri”.
Da che parte cominciare per approntare una reazione?
“Di fronte a questo scenario di “analfabetismo emozionale” e di “desertificazione delle coscienze”, l’esigenza di porre in essere azioni e politiche competenti a originare strategie idonee all’inclusione e protezione di adolescenti con vissuti di disagio sociale, obbliga tutti noi a trovare spazi per la ricerca di modelli educativi cui ispirarsi, di contrasto a un fenomeno qual è appunto il bullismo e il cyberbullismo. Una problematica profonda, in crescente espansione, anche a motivo delle nuove forme legate all’utilizzo delle moderne tecnologie e connotata da comportamenti aggressivi, violenti, distruttivi, non conformi alle regole sociali e volti ad arrecare danno e sofferenza agli altri.
Qual è l’idea che sta alla base di questo malessere?
“Che si è in presenza di un universo ancora poco esplorato, vasto, che implica fortemente un coinvolgimento personale di tutti gli attori interessati nella costruzione di una società includente, solidale, capace di migliorare la vita dei giovani perché possano realizzare sé stessi e il proprio futuro”.
In tutto questo che ruolo può avere la politica?
“Ha una grande responsabilità, in questo momento storico, perché dopo il Covid-19 e i problemi dell’economia, il fenomeno del bullismo costituisce uno dei mali importanti che è entrato prepotentemente nelle pieghe della nostra società, come dimostrano alcuni casi, come quello del povero Willy. Deve essere il “ faro” e la guida per indirizzare scuola e i giovani e quindi le loro famiglie a comprendere i veri valori della vita attraverso strumenti anche didattici, come questo libro, che offrano loro uno spunto forte di riflessione sulle conseguenze che derivano dai loro comportamenti omissivi e commissivi”.
Quale può essere il giusto mix per invertire la rotta?
“Anche attraverso una solida corresponsabilità educativa tra scuola, famiglia e istituzioni, idonea ad accogliere ed elaborare le istanze di protagonismo emotivo, sociale e culturale dei giovani adolescenti.
E’ uno studio a tutto campo, interdisciplinare, un riferimento preciso a un fenomeno particolarmente esteso, qual è appunto il bullismo, oggi sempre più attuale, che si focalizza sulle complesse e ambigue dinamiche della società moderna, in un continuo interrogarsi e interrogare sul ruolo che insegnanti, educatori e famiglia si riconoscono e si appropriano nello sviluppo dei valori etico-sociali d’identità degli adolescenti e sui modelli educativi a cui mirare, in un contesto sociale che richiede, a tutti, responsabilità e competenze elevate”.
In questo contesto come s’inserisce il vostro libro?
“Il libro costituisce uno strumento didattico nuovo attraverso una visione antropologica verso un nuovo umanesimo, al cui centro c’è “la persona”, indica a tutti gli attori dell’educazione una “via” da percorrere insieme, che passi per il dialogo e si giovi di linguaggi diversi, nell’intento di comunicare alle giovani generazioni una più profonda coscienza, un richiamo ad aprirsi e a “concedersi” ai propri pari, un prendersi cura dell’altro, in un modo più profondo. Un comune sentire che prepari i giovani ad affrontare le sfide del “navigare” in un mare agitato e tempestoso, dalla natura incontrollabile e imprevedibile di prove, pericoli e ostacoli, guidandoli alla ricerca di un “porto” sicuro per l’approdo, simbolo di certezza identitaria e intrinseco benessere interiore, quali “marinai” ormai esperti e abili a orientarsi nella traversata burrascosa della vita.
In tale ottica, il confronto si contestualizza all’interno della cornice rappresentata dal quadro normativo italiano e Sovranazionale, prendendo in esame la figura del “bullo”, della vittima e il rapporto con l’apparato giudiziario”.
Cosa ne pensate della reintroduzione dell’Educazione Civica nelle scuole?
“Ha imposto ed impone una riflessione importante in relazione agli strumenti didattici da offrire ai docenti e di ausilio per gli stessi proprio in considerazione al fenomento dilagante del “bullismo e cyberbillismo”.
Questo manuale rappresenta un accorato appello di attenzione all’etica solidale, perché non ci si rassegni a tale espressione di smarrimento adolescenziale, si sostanzia nel richiamare soluzioni concrete ad alcuni fondamentali interrogativi”.
Un libro che offre chiavi di lettura, riflessioni e…
“Anche diverse domande, cui dare una risposta”.
Del tipo?
“Quali sono le cause e concause che determinano il fenomeno? Quale significato affidiamo alla parola “educazione”? Perché il fenomeno, nonostante la gran mole di informazioni e di attività formative ed educative, è in continua e costante crescita? Quali modalità di “relazioni educative e comportamentali” si ritengono opportune intraprendere perché i ragazzi siano seguiti e aiutati a “leggere” quanto accade dentro di sé e intorno a sé ed educati al rispetto e al valore dell’altro, della sua persona e della sua dignità? Che tipo di validità relazionale siamo indotti ad attribuire al binomio bullismo-educazione? Siamo veramente coscienti della pervasività-invasività dei nuovi strumenti mediatici? A quali conseguenze giuridiche sono esposti gli adolescenti, i genitori, i direttori didattici e i docenti protagonisti attivi e passivi del fenomeno bullismo?”.
Tutte domande alle quali si è cercato di dare una risposta concreta partendo dalla esperienza sul campo degli autori, Psicologa E SPSICOTERAPEUTA la dottoressa ROSJ Guido e il Magistrato ONORARIO DI TRIBUNALE E DOCENTE A CONTRATTO MASTER PRIMO LIVELLO UNIVERSITARIO l’Avvocato MAURIZIO Colangelo.